Never walk alone

Menzione speciale per la settimana scorsa, che è cominciata con ricordi neanche tanto confusi di pringles e bevande assassine, In flames sparati in faccia da un'autoradio violenta, partite di biliardo alle 4 di mattina mai giocate e albe a Jesolo mai viste, momenti di riflessione su quella che poteva essere la mia imminente morte ed esplorazioni notturne di gallerie in costruzione.
Studiostudiostudio ripasso dei verbi, fratello traumatizzato dalla vista dei kanji sul mio quaderno e sofferenza per mancata corrispondenza con amici giapponesi.
Poi un panino con prosciutto e salsa tonnata, una birra e una sacher hanno migliorato notevolmente il mio umore.
A metà settimana esatta le mie gambe sono state violentate da un allenamento di karate incentrato sui calci, coronato da un pugno nello stomaco che mi ha seriamente fatto uscire un pezzo di anima dalla bocca. Resto della serata passato per consolazione al pattinaggio a reggermi le viscere e far perdere partite di calcetto a chiunque avesse l'ardire di mettersi in squadra con me.
Tanto, tanto odore di sigarette.

Un weekend pieno e incasinato come si deve: pizza e prove, tentativi falliti di rintracciare la cantante scoprendo poi che era a Berlino, conseguente sfascio dei miei addominali e delle mie corde vocali nel tentativo di sostituirla. Una serata passata in agonia e finita in scazzo guidando sotto la pioggia sbraitando canzoni in giapponese. Il tutto accompagnato da dolori alle gambe che neanche il più artritico dei novantenni.
Nuova parola imparata: Bretanomices
Nell'aria grande attesa per il Rebellion Festival di Venezia, messaggi collettivi sulla scelta dell'hotel a tutta la gang composta da italiani, americane, finlandesi. In macchina il cd dei Cocksparrer e noi due lanciati in quel sabato sera deserto sulle note di "where are they now", "riot squad" e tutto il resto. Blackpool we remember you. Note positive della serata: evitata accuratamente una sagra di paese.
Birra francese e un paio di bolle non richieste ma chiaramente accettate.
"che fighe le tue calze. Un giorno io e te dobbiamo trovarci e parlare di stili"
"ma a te piace di più baciare i maschi o le femmine?"
"metti il dito qui..la senti la costola rotta?"
E dopo l'attentato alla mia vita di un pirla che si è ben guardato dal darmi la precedenza nella rotatoria (allora. ho la 600 ma non sono trasparente!!!!!) Il "per l'una sono a casa" si è magicamente trasformato in un "Noc, sono le 3. Meglio che andiamo". No, stasera niente sigarette.


La domenica è una maledizione del diavolo e io stavo morendo di fancazzismo davanti a un Sister act in lingua originale, capendo finalmente l'ultima battuta che in inglese ha più senso. Una telefonata ha salvato il pomeriggio a both me e bassista-san, "oh facciamo qualcosa?" "si ti prego" "beh, andiamo a votare e poi un giro?" "vengo a prenderti"
Sulla via per i seggi ci siamo dilettati nell'arte di beccare tutte le strade chiuse del paese facendo il giro panoramico di tutta Mezzano.
Perfetto abbinamento di cazzate e discorsi seri. Al Sangri mi sono fatta del male bevendo una Coopers, che bevevo sempre quando ero Down Under. Come una birra può straziarti di nostalgia.
Mini degustazione alla cieca, dove io ho indovinato che era una birra bianca e che aveva 5 gradi, mentre il signor mastro birraio non ha indovinato un bel niente.
Settimana conclusa in una chattata fra blogger, discutendo amabilmente di problemi esistenziali.
Note della giornata: era il 60esimo (sessantesimo!) anniversario di matrimonio dei miei nonni che si sono beccati la meringata con panna e fragole.


we're coming back, we're coming back
we're coming back to you
we're never gonna go away again
hold on a little longer, try a little harder
'til we're arm in arm together to the end

So remember!
out there somewhere you've got a friend
and you'll never walk alone again.
Cocksparrer

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